Domenica Matta. Storia di una strega e del suo boia by Gerry Mottis

Domenica Matta. Storia di una strega e del suo boia by Gerry Mottis

autore:Gerry Mottis [Mottis, Gerry]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction & Literature, Action Suspense
ISBN: 9788831285346
editore: Gabriele Capelli Editore
pubblicato: 2021-08-15T22:00:00+00:00


Appendice

15 aprile 1615. Centena, assemblea generale presso i Cióss di Lostallo

«Eminentissimi Trenta Uomini del Tribunale della Ragione del Comungrande di Mesolcina e Calanca, eccellenti Podestà, autorevoli Ministrali, estimati Fiscali, illustri rappresentanti delle famiglie di Valle, tutti voi mi conoscete, sono Gaspare Maffio di Roveredo, fu Togno del Maffio, da dodici anni umile e servizievole fabbro ferraio, già Magistrato per la magnifica Camera Dominicale di Valle.

La dipartita improvvisa del Ministro di Giustizia, come tutti voi sapete, ha suscitato non poco scalpore e preoccupazione, lasciando la Giustizia senza un suo esecutore fidato, determinando gli eventi nefasti che si sono succeduti da allora. Tuttavia, ho preso oggi la parola Signori, di fronte alla stimata Assemblea legislativa di valle per reclamare a gran voce un cambiamento in seno alla Magistratura, nonché una necessaria e subitanea revisione delle Leggi in vigore che si sono dimostrate in questi anni e decenni parziali, inique, sproporzionatamente violente.

La fuga nottetempo del boia di Roveredo, un mese fa, è stata la definitiva conferma della scelleratezza dei nostri Statuti criminali. Una moltitudine di streghe e stregoni, rei confessi sotto i ferri della tortura, appesi al curlo, tormentati con i più barbari strumenti, hanno confessato crimini di ogni sorta, ripetitivi sino all’emulazione per sfuggire al dolore e consegnarsi così, da incolpevoli, nelle mani della Giustizia, e perire infine tra le fiamme o decapitati. Allora chiediamoci, Signori: le nostre Comunità, nel Vicariato di Mesocco e di Roveredo, ne hanno tratto benefici? La stregoneria è stata debellata? I criminali sono del tutto spariti? Io vi dico, Signori, che con gli attuali metodi di inquisizione le nostre valli non saranno mai liberate dal Maligno!

Vi siete affidati, ratificandole, alle norme emanate da un’opera terribile come il Malleus Maleficarum – meglio conosciuto come il Martello delle streghe – redatto nel 1486, ben un secolo e mezzo fa!, dai due domenicani Sprenger e Kramer, inquisitori tremendi e temutissimi nella Germania Superiore e presso la Diocesi di Basilea. Vi siete serviti del tormento per estorcere le confessioni e dello spettacolo della morte – l’arsione, la decapitazione, l’affogamento e l’impiccagione – per dissuadere tutti noi dal compiere altrettanti delitti della fede o della carne. Nondimeno dovete ammettere di aver fallito! Questi spettacoli non hanno deterso le nostre comunità, non hanno mai frenato alcun brigante o assassino, non hanno sedato i voli notturni a quello che voi avete chiamato il Berlotto, meglio conosciuto come il Sabba delle streghe.

Per queste ragioni, io, membro della Centena in Lostallo, propongo oggi e sostengo la suddetta revisione, avanzando un primo ragionamento sull’utilità delle pene: innanzitutto, è necessario che ogni pena non sia più una violenza commessa da un’Autorità legale contro un privato cittadino e che questa debba sempre esser proporzionata ai delitti commessi. Se, in secondo luogo, desideriamo esser più efficaci giuridicamente, sarà necessario esercitare un ruolo preventivo dei reati, commutando l’intensità del castigo in estensione della pena, con una carcerazione prolungata del reo. Bisognerà, a tal punto, edificare nuove prigioni, ampliare le celle, formare altre guardie, per rinchiudere chi non merita di esser libero, preservandogli pur tuttavia la vita.



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